di Irvin D. Yalom | pubblicato da Neri Pozza
venduto da Oceanon
Irvin D. Yalom ha dedicato l'intera esistenza a indagare le vite degli altri. In questo intimo memoriale, per la prima volta il grande psicoterapeuta si mette a sedere dalla parte del paziente, rivolgendo l'occhio clinico verso sé stesso. La sua storia inizia con un incubo, reminiscenza del passato: ha dodici anni e sta pedalando davanti alla casa di una ragazza sfregiata dall'acne. Come ogni mattina, le rivolge un saluto che nelle intenzioni dovrebbe apparire scherzoso: «Ciao, morbillo!». Sarà il padre della ragazza a rendere evidente al giovane Irvin la sua mancanza di rispetto, il modo in cui le parole possono ferire. Per Yalom, questa è la nascita dell'empatia: non dimenticherà mai questa lezione. In prosa, senza interruzione, l'autore rimugina sulla rabbia che lo ha accompagnato negli anni della giovinezza, sulla sua identità ebraica e sul rapporto sempre conflittuale con la religione; sull'evoluzione del suo rapporto con la moglie Marilyn, ripercorrerà il periodo nell'esercito e l'inizio della pratica psichiatrica. Nei capitoli più commoventi, Yalom racconta infine come il lavoro lo abbia cambiato, come il rapporto quotidiano con i pazienti, con le loro problematiche, con le storie più intime, abbia modificato la sua vita. È in questo rapporto che si trova la linfa profonda di questo fecondo libro di memorie: «I ricordi dei miei pazienti riportano a galla i miei» scrive, «il mio lavoro sul loro futuro chiama e disturba il mio passato, e mi ritrovo a riconsiderare la mia intera esistenza»
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